Il magnifico mondo delle barrette proteiche
Ormai sul mercato della nutrizione di trova di tutto.
Non passa giorno in cui non spunti fuori qualche nuovo pasto sostitutivo, snack o integratore.
La scelta è veramente ampissima e per questo credo sia essenziale spiegare bene a cosa servano e che caratteristiche debbano essere ricercate in un prodotto prima dell’acquisto.
Partiamo dalla loro funzione.
inutile negare che tutto quello che ricaviamo da un pasto o uno snack sostitutivo, potrebbe essere introdotto anche mediante comuni alimenti, ma non sempre la questione si rivela così semplice.
Spesso siamo sottoposti a ritmi frenetici, che non ci consentono adeguati tempi per scegliere, preparare e consumare i nostri pasti.
Molto spesso ci si ritrova nel mezzo di una giornata con un improvviso buco allo stomaco e la cosa più immediata da fare è riempirlo.
Senza contare che, anche avendo la possibilità di preparare tutto con calma, la preparazione richiederebbe una certa “competenza” per la scelta degli alimenti e delle quantità.
I prodotti di questo tipo, in particolare le barrette proteiche, nascono quindi per motivi di praticità e per consentire agli utilizzatori di colmare tre fondamentali carenze:
- tempo
- voglia
- conoscenza
Ma come scegliere il prodotto migliore o, quanto meno, un buon prodotto?
Come sempre e non mi stancherò mai di dirlo, è davvero importante ricercare un prodotto ottenuto con materie prime di grande qualità.
Assumere prodotti composti prevalentemente da molecole di sintesi chimica, potrebbe infatti rivelarsi non solo inutile, ma perfino controproducente.
Per quanto riguarda poi le barrette proteiche, un’attenzione particolare va rivolta al bilanciamento dei valori nutrizionali.
Capita molto frequentemente infatti che quest’ultimi siano estremamente sbilanciati.
Un esempio è rappresentato dai prodotti con quantitativi proteici scarsi, ma con una percentuale di grassi e/o zuccheri semplici, altissima giustificata esclusivamente da motivi di gusto.
Creare un prodotto efficace e contemporaneamente gradevole risulta infatti molto complicato portando i produttori all’utilizzo di ingenti quantità di oli e burri vegetali e dolcificanti artificiali.
Un’importante parentesi deve essere aperta proprio su questi ultimi componenti che, nonostante si possano rivelare sicuramente vincenti dal punto di vista dell’apporto calorico, si sono dimostrati quasi fallimentari dal punto di vista dell’impatto biochimico e fisiologico.
Anche volendo ignorare il fatto che, ad oggi, non si conoscano ancora totalmente i loro effetti sul corpo umano, la cosa più preoccupante è che proprio loro, prodotti per essere utilizzati come “dietetici”, siano in grado di indurre frequentemente ipergfagia e disfunzioni della flora intestinale.